Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 118 della Rivista di Studi Tradizionali.
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Fotros applica una tecnica che va nella direzione opposta: esaltare al massimo la figura di Aguéli, amplificandone oltre misura l’importanza e il ruolo nella vita e nell’opera di René Guénon, fino ad accusare quest’ultimo di averlo plagiato.
Entrambi i punti di vista, quello di Fotros e quello di Rocca/Archè sono errati. Nel libro di Archè, Aguéli viene presentato come un artista bohemien, anarchico, vagabondo, emotivo, disordinato, una figura umana imbarazzante, al chiaro fine di ridimensionare la sua opera, e di riflesso quella di Guénon, quando invece il valore intellettuale dei lavori di ’Abdul-Hâdî è indiscutibile e basta leggerli per rendersene conto.
Tuttavia, contrariamente a quanto fa Fotros, non bisogna neanche esagerare in senso opposto. Si può dire che ’Abdul-Hâdî fu un precursore in un lavoro finalizzato a rendere comprensibili agli occidentali i principi del Tasawwuf, fuori dagli schemi e dalle limitazioni della mentalità accademica propria di altri autori; quindi, trattandosi di lavori dottrinali, non è legittimo parlare di una “semplice influenza individuale di Aguéli“. Ma per quanto apprezzabile, quanto è stato messo in opera da ’Abdul-Hâdî non può essere paragonabile all’opera svolta e alla funzione ricoperta da René Guénon...