Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 119 della Rivista di Studi Tradizionali.
Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.
...
Nell’esoterismo islamico, l’esistenza universale, nella molteplicità dei suoi gradi e dei suoi modi, è considerata «unica», in virtù dell’unità da cui dipende e nella quale è principialmente contenuta.
Tutto ciò che si trova nell’esistenza universale può essere considerato da più punti di vista, in modo tale che una cosa può apparire unica o molteplice a seconda della prospettiva adottata.
Ad esempio, l’uomo, che è molteplice quando viene considerato secondo i suoi tratti fisici (arti, vene, ossa, viscere, ecc.), è in realtà unico quando viene considerato per la sua natura umana, ovvero senza tener conto di quegli aspetti che, rispetto a quest’ultima, costituiscono delle modificazioni secondarie.
Lo Shaykh ‘Abd al-Karîm al-Jîlî, a questo proposito, afferma che «ad alcuni Allâh si mostra con il Nome "l'Unico" (wâhid), conducendoli a questa rivelazione attraverso l’indicazione dell’origine del mondo, che procede dall’Essenza divina come le onde emanano dall’oceano. Essi contemplano la manifestazione di Allâh nella moltitudine delle creature, che si diversificano in virtù dell’unicità divina. Allora il monte si fende, l’invocante cade in deliquio, la sua molteplicità si liquefa nella solitudine dell’Unico, le creature sono come mai fossero state ed Allâh come se mai avesse cessato».
La locuzione araba che designa questo punto di vista è wahdat al-wujûd (unicità dell’esistenza). La parola wujûd, derivante dalla radice WJD, da cui il verbo waj-ada con il senso di «trovare», ha tra i suoi significati «essere», «esistenza», «presenza» o «permanenza». Il participio passivo mawjûd, che traduciamo con «esistente», significa, invece, «ciò che si trova», oppure «ciò che c’è», rimandando così, per estensione, all’idea di ciò che è «reale»....