SANDRO CONSOLATO A OVEST CON RENÉ GUÉNON

Autore: Alessandro Lorani

Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 119 della Rivista di Studi Tradizionali.

Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.

... Sandro Consolato: A Ovest con René Guénon
Arya, Genova, 2023

Il libro è una raccolta di scritti apparsi, tra il 1987 e il 2020, sulle riviste: Arthos, Heliodromos e La Cittadella, che hanno come oggetto l’opera di René Guénon e le tradizioni occidentali.

L’immagine di copertina è già esplicita su quella che sarebbe l’intenzione dell’autore: "sezionare" l’opera di Guénon per cercare eventuali "errori" e confutare tutto ciò che non coincide con le proprie idee o potrebbe apparire inesatto in base a criteri storicistici e filologici. Ma come puntualmente accade con simili tentativi, si ottiene il risultato opposto, cioè quello di evidenziare i propri pregiudizi, l’incomprensione, le concessioni a punti di vista estranei a quello tradizionale autentico.

I punti principali trattati da S. Consolato coincidono in generale con i temi ricorrenti di J. Evola: la romanità, il paganesimo, il Buddismo, l’idiosincrasia per l’Islam, lo scetticismo verso la Massoneria, la propensione all’azione politica, ecc.
Sin dalla prefazione è esplicita l’intenzione di non riconoscere all’opera di René Guénon il suo vero carattere metafisico e iniziatico, per ridurla a livello di filosofia e poterla equiparare a quella di Evola e altri.

L’autore prende quindi le distanze da coloro che ritengono che l’opera di Guénon sia «nella sua integralità [...] pienamente corrispondente a ciò che le antiche tradizioni metafisico-esoteriche […] hanno/avevano in proprio come conoscenze di origine trascendente e iniziaticamente trasmesso» e ritiene che «in realtà nelle opere del Nostro vi è non poco di «filosofico», di «occidentale» e di «moderno»».

Tuttavia, rispetto a tale opera, l’autore si presenta co-me un grande conoscitore: nelle prime righe, si può leggere un elogio da parte di Renato Dal Ponte, secondo cui il lavoro di Consolato si caratterizzerebbe per la presenza di «una grande dose di moderazione e di comprensione della visione guénoniana», qualità che l’autore si attribuisce, poco più avanti, grazie alla ormai acquisita capacità di attenersi all’indirizzo del «giusto mezzo» (sic!).
Secondo l’autore, ciò che è più importante precisare è che...

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