DOTTRINE COSMOGONICHE E CHIMERE EVOLUZIONISTICHE

Autore: Diego Bornaglio

Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 106 della Rivista di Studi Tradizionali.

Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.

... «È più che evidente, per la natura stessa della relazione causale, che il “più” non può provenire dal “meno”» . Ognuno può trovare molti esempi in cui la mentalità moderna cerca vanamente di trarre il «più» dal «meno», in contraddizione con il principio generale enunciato da René Guénon, ma secondo noi c’è un caso emblematico nel quale tale controsenso risalta con flagrante evidenza. Si tratta dell’evoluzionismo biologico, caso particolare di una chimerica evoluzione generale – illusorio progresso indefinito in tutti i campi a partire da stadi rudimentali – legata alla «civiltà moderna», ritenuta superiore ad ogni altra nella storia. Secondo questa teoria, come viene insegnata oggi dogmaticamente nelle scuole e propagandata dai mass media, non solo la prima forma di vita sorse soltanto grazie ad interazioni casuali fra molecole (la cosiddetta «abiogenesi») ma ogni essere vivente fu prodotto da trasformazioni dovute al caso a partire da tale unica forma ancestrale (discendenza comune universale). Questa teoria, in quanto ipotizza trasformazioni effettuantesi durante la riproduzione biologica degli organismi, è detta anche «trasformismo» dalle molecole all'uomo...

La negazione della Causa prima si ripercuote a cascata nelle conseguenze, portando alla costituzione di una specie di analogia inversa della cosmologia tradizionale, nella quale tutti i concetti sono in qualche modo “rovesciati”. Questa inversione è una chiave fondamentale per capire molti aspetti della modernità...

Molti infatti obiettano che, essendo già infinitesimale la probabilità dell’evoluzione chimica, lo è ancor più una serie di milioni di eventi evolutivi casuali indipendenti (noi qui saremmo propensi a parlare di «impossibilità» e non di mera «probabilità»). Allora l’evoluzionismo ricorre ad una “soluzione” che, pur essendo in linea con i suoi non-princípi, cerca di rendere più plausibile la sua spiegazione...

Le dottrine tradizionali negano anche l’evoluzione teistica perché implica anch'essa trasformazioni naturali inconsistenti con la cosmogonia tradizionale, contrarie – teologicamente parlando – a ciò che S. Tommaso d’Aquino chiama «perfezione della produzione primitiva degli esseri». Anche dal punto di vista metafisico l’evoluzionismo teistico non è sostenibile. I tipi-base di esseri viventi corrispondono a possibilità metafisiche (archetipi)...

Il problema dell'«origine della coscienza» è connesso all'errore precedente; non è un caso che sia uno dei misteri (insieme con l’origine del cosmo e della vita) che imbarazza di più gli scienziati e i filosofi moderni. Avendo il pensiero moderno rinnegato le dottrine tradizionali, distrutto qualsiasi principio, appiattito ogni gerarchia, materializzato ogni aspetto, quantificato e preteso di misurare ogni cosa, è ovvio che ora è totalmente incapace di spiegare alcunché di superiore e qualitativo, men che meno la coscienza...

In ogni tradizione, da sempre, gli uomini sono invitati a vedere nel creato i segni di Ciò che lo trascende, e le scienze, se inglobate in una corretta prospettiva tradizionale, dovrebbero investigare, nei loro rispettivi campi, questa immensa teofania di creature, questo macrantropo ricco di simboli che è il cosmo, con ammirato stupore e profonda riconoscenza verso il Principio che ne è l’origine. Secondo la concezione tradizionale le scienze cosmologiche......

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