I SETTE ALBERI E LE SETTE CANDELE
Concordanze fra Dante e Jalâl ad Dîn Rûmî

Autore: Amedeo Zorzi

Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 104 della Rivista di Studi Tradizionali.

Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.

... Inoltrandosi nella «antica selva» del Paradiso Terrestre, Dante giunge alla riva del fiume Letè; senza attraversarlo, prosegue il cammino costeggiando il fiume, verso la sorgente. Vede un grande bagliore e ode un «dolce suon per canti» ; la luce è simile ad un lampo, ma è permanente, e promana da quelli che a Dante, a prima vista, paiono «sette alberi d'oro »; ma più da vicino, si rivelano essere sette grandi «candelabri».

Questi aprono una «processione» nella quale compaiono le figure simboliche dell'Antico e del Nuovo Testamento e che rappresenta quindi nel suo svolgersi, tutta la storia della Chiesa o della tradizione giudaico-cristiana; ma sarà facile vedere come, nello stesso tempo, essa possa essere una rappresentazione simbolica della storia dell'intera umanità o, in altri termini, di un ciclo di manifestazione...

...Poiché, come abbiamo visto, la processione rappresenta lo svolgersi di un intero ciclo temporale, il punto in cui si arresta, per poi ritornare, rappresenta evidentemente il «mezzo del tempo». Siamo giunti qui a quel punto fondamentale cui Dante allude fin dall'inizio del poema: «Nel mezzo del cammin di nostra vita»...

...Ritornando più particolarmente al simbolismo delle sette candele da cui avevano tratto spunto le presenti considerazioni, ed anche a quanto detto sull'affrancarsi dalla condizione temporale, vorremmo proporre, a titolo d'illustrazione, qualche raffronto con un episodio narrato nel Mathnawi di Jalâl ad-Dîn Rûmî, o meglio con gli episodi dedicati alla «Storia di Daqûqî e dei suoi doni miracolosi»...

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