«A TE CONVIEN TENERE ALTRO VÏAGGIO»
Considerazioni sul senso anagogico nella Divina Commedia
Inferno - Canto primo

Autore: Amedeo Zorzi

Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 108 della Rivista di Studi Tradizionali.

Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.

... Come è stato molte volte evidenziato, e come appare chiaramente a chi non si voglia limitare ad un punto di vista semplicemente letterario o filosofico, la Divina Commedia costituisce, nella sua essenza, una grande esposizione dottrinale esoterica, ove l’aspetto fondamentale è rappresentato da una descrizione simbolica di una via iniziatica, ovvero del processo di realizzazione spirituale dell’essere, a partire dal momento in cui si affranca dalla condizione profana, fino alla sua identificazione con l’Essere, Principio di tutta la manifestazione universale...

Nel Primo canto dell’Inferno vediamo particolarmente descritto questo primo momento di distacco dalla visione profana del mondo, ma troviamo anche menzionate quelle che saranno le principali fasi del percorso...

Nei primi tre versetti: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita», che sono i più noti di tutta la letteratura italiana – ma di semplice «letteratura» in realtà non si tratta...

Nel primo versetto, come detto prima, vengono messi in stretta relazione con il centro, il tempo, lo spazio e la vita, esprimendo così la necessità di collocarsi in una posizione centrale che corrisponda almeno virtualmente a quel Centro reale, motore immobile di tutto ciò che esiste e fine ultimo da raggiungere...

...il ritorno al Principio appare necessariamente come un difficile ed aspro cammino, che Dante descriverà partendo dalla paura provata nel trovarsi smarrito nella selva, descritta come oscura, selvaggia, forte, amara, quasi mortale...

...secondo Dante, il ritorno al Principio, è anche l’unico vero desiderio naturale dell’essere umano: l’incessante ingenerarsi dei desideri riferiti alle cose di questo mondo, e che con il progredire dell’età si fanno sempre maggiori, non è che il prodotto di una serie interminabile di false imputazioni, da parte dell’uomo non «dottrinato», che non riesce a riconoscere il suo reale, profondo, desiderio: quello dell’unione con il Principio dal quale si trova, seppur illusoriamente, separato...

Una condizione preliminare, e che è in rapporto con quella «metanoia» menzionata prima, è tuttavia quella di rendersi conto di «trovarsi», in una selva oscura...

...è un primo risvegliarsi da un sonno, da una sorta di inerzia, di stato ipnotico, che impediva di rendersi conto di una situazione che induceva a sprecare il preziosissimo dono della vita umana, consumandola, giorno dopo giorno, nella vanità e nell'oblio...

In questo passo è stigmatizzata una situazione di decadenza, di abbandono delle pratiche tradizionali, di perdita della fede, non solo da parte di alcuni, ma in modo generalizzato anche da parte di coloro che detenevano il potere e che per la loro «autorità» avrebbero dovuto svolgere funzioni di conservazione della tradizione stessa, piuttosto che corromperla......

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